domenica 23 dicembre 2018

Dal dubbio metodico all'intuizione del cogito


Cartesio ha una visione fondamentalmente e ottimistica dell' impresa filosofica. Egli ritiene infatti che la conquista del sapere non sia impossibile né difficile, a patto che si osservino alcune regole essenziali nella ricerca della verità, ossia che si adotti un adeguato metodo d'indagine. 

All'inizio del Discorso sul metodo l'autore sottolinea che il "buon senso", ovvero la capacità di discendere il vero dal falso e di accostarsi alla verità, è "la cosa meglio distribuita nel mondo" in quanto tutti gli uomini la possiedono. Ne segue che "la diversità delle nostre opinioni non deriva dal fatto che alcuni sono più ragionevoli degli altri, ma soltanto dal fatto che noi conduciamo i nostri pensieri per vie diverse e non prendiamo in considerazione le stesse cose. Infatti non basta esser dotati di una buona intelligenza: l'essenziale è applicarla bene"

Il problema del metodo

Fin dall'opera giovanile Regole per la guida dell'intelligenza, Cartesio osserva che l'aritmetica e la geometria, dispongono di un ottimo metodo, poiché sono discipline che vertono su un oggetto ben definito e chiaro e non ammettono nulla che non sia supportato da rigorose dimostrazioni. Si tratta quindi di prendere coscienza del procedimento matematico, di generalizzarlo in modo da renderlo disponibile anche per le altre discipline e, soprattutto, di dargli un solido fondamento.

Le quattro regole del metodo cartesiano

Riportiamo di seguito la formulazione completa delle quattro regole che secondo Cartesio deve seguire chi intende intraprendere la ricerca della verità.

  • La prima è la regola dell'evidenza, e prescrive di accogliere come vero soltanto ciò che è evidentemente tale. Secondo Cartesio la chiarezza e la distinzione sono i contrassegni della verità. Un'idea è chiara quando si afferma in modo vivido e immediato. Un'idea è distinta quando è separata da ogni altra e definita in se stessa.
  • La seconda è la regola dell'analisi, che prescrive di dividere ogni problema nelle sue parti elementari: risolte individualmente, esse rendono più facile la soluzione del problema stesso.
  • La terza è la regola della sintesi, che prescrive di procedere nella conoscenza passando dagli oggetti più semplici a quelli più complessi, attraverso gradi successivi. Tale regola presuppone l'idea che tutte le verità derivino le une dalle altre, secondo un ordine deduttivo-matematico, e siano legate reciprocamente tra loro.
  • La quarta è la regola dell'enumerazione, che prescrive di fare sempre enumerazioni complete e revisioni generali, così da essere sicuri di non omettere nulla. Essa invita a verificare attentamente che non venga dimenticato nessun elemento importante e che, durante la sintesi (terza regola), non venga trascurato nessun rapporto necessario di interdipendenza che collega una conoscenza all'altra.


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