Durante il Rinascimento incontriamo una grande personalità filosofica, Giordano Bruno, l'entusiasta cantore della natura, oltre che della rivoluzione astronomica avviata da Copernico. Egli è l'artefice della moderna concezione dell'infinito, arrivando ad affermare che l'universo è uno spazio infinito, costituito da infiniti mondi. Tale concezione si fonda sull'assunto che l'universo abbia una causa e un principio primo infinito, che si identifica con Dio.
Sostiene, poi, che Dio è immanente nella natura in quanto costituisce l'anima del cosmo che informa e plasma la materia e come tale è conoscibile dall'uomo.
Esalta la tecnica e lo spirito d'iniziativa dell'uomo infatti l'uomo è superiore agli animali perché possiede intelletto e le mani ossia gli strumenti con cui manipola e conosce le cose del mondo in vista del progresso tecnico e scientifico.
Indica la natura come il vertice della conoscenza infatti essa è oggetto dell'ardore conoscitivo dell'uomo ( eroico furore) il quale:
- riesce a sottrarsi ai desideri bassi e volgari
- scopre di essere egli stesso natura (mito di Atteone)
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